martedì 30 ottobre 2012

Un giorno pieno per le relazioni tra la Croazia e la Santa Sede


La visita al mattino del primo ministro Milanovic ed il simposio sulle relazioni diplomatiche al pomeriggio in Vaticano sono stati gli avvenimenti che hanno caratterizzato la giornata del 29 ottobre 2012 vissuta nel segno del dialogo tra la Croazia e la Santa Sede. Venti anni intercorrono tra la nomina del primo Nunzio a Zagabria (1992), che fu espressione del riconoscimento dell'indipendenza della Croazia da parte del Vaticano quando ancora era in corso la guerra seguita alla dissoluzione della federazione jugoslava, ed il simposio organizzato il 29 ottobre 2012 dall'Ambasciata di Croazia presso la Santa Sede, che è espressione di un dialogo politico-culturale consapevole sia di finalità etiche e sociali condivise nell'oggi e sia di un legame religioso antico con la Chiesa Cattolica. Un ventennio ricco di significati, di speranze, di iniziative e di progetti, che al suo compimento ha visto anche il dialogo pastorale, imbastito con la comunità ecclesiale e la società civile, e i primi impegni ufficiali in Croazia di S. E. Alessandro D'Errico, nominato da Benedetto XVI Nunzio Apostolico a Zagabria nel maggio scorso e proveniente dalle precedenti esperienze di nunziatura in Pakistan e in Bosnia-Erzegovina.
Le tematiche della Visita del Premier Croato, che ha incontrato il Santo Padre e poi il Cardinale Bertone e Mons. Mamberti, come si evince dai comunicati ufficiali e dai commenti dei media, hanno riguardato il consolidamento degli 'eccellenti' rapporti bilaterali, l'appoggio al percorso 'europeo' della Croazia, la valorizzazione di accordi nel campo giuridico ed istituzionale, educativo assistenziale e religioso. Hanno riguardato anche l'avviamento a soluzioni concordate di questioni dal valore simbolico per il diritto comune che hanno registrato difficoltà di interpretazione e di gestione, come quella dell'abbazia benedettina istriana di Dajla la cui proprietà un tempo appartenente all'abbazia di Praglia, dopo l'esproprio al tempo di Tito, è stata variamente attribuita e controversa tra lo Stato, la Diocesi di Parenzo-Pola e l'Ordine monastico. Significativo anche lo scambio dei doni: una penna al primo Ministro ed una monografia sull'architettura religiosa al Papa.
Le tematiche del Simposio celebrativo dei 20 anni di relazioni diplomatiche tra Croazia e Santa Sede sono state descritte nella prospettiva vaticana dall'intervento di S. E. l'arcivescovo Dominique Mamberti segretario per i Rapporti con gli Stati: Nella più che millenaria storia della Croazia, gli ultimi venti anni sono stati quelli più difficili e allo stesso tempo cruciali per il suo futuro […] una testimonianza indiscutibile dell’affetto che la Santa Sede nutre per la Croazia sono state le quattro visite dei Sommi Pontefici avvenute negli ultimi venti anni: tre del Beato Giovanni Paolo II e quella di Benedetto XVI”. L'intervento di Mons. Mamberti è leggibile quasi interamente nei portali vaticanisti. I media riportano anche brani di interventi delle personalità croate che, a partire dal Primo Ministro, esprimono considerazioni molto positive sulle relazioni bilaterali e riconoscono al ruolo del Papa e della Chiesa una fondamentale importanza per lo sviluppo delle relazioni interne ed internazionali della Croazia in questi ultimi 20 anni.
A seguire si possono leggere i comunicati di Radio Vaticana sulla Visita e sul Simposio, e compulsare i link per i portali di alcuni media che li hanno commentato.

Crisi e integrazione europea al centro dell'incontro del Papa col premier croato Milanović 
Stamani Benedetto XVI ha ricevuto il presidente del governo della Repubblica croata, Zoran Milanović, che poi ha incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati.“I cordiali colloqui – riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - hanno permesso un fruttuoso scambio di opinioni sulle sfide che il Paese deve affrontare nell’attuale crisi economica, come pure sui temi di comune interesse nel quadro dei rapporti bilaterali. Al riguardo si è fatto cenno alla Conferenza promossa in occasione del 20.mo anniversario dei rapporti diplomatici, che si terrà oggi pomeriggio. Per quanto poi concerne il noto caso di Dajla, le due Parti hanno concordato di risolvere la questione il più presto possibile, nello spirito della tradizionale amicizia fra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia”. 
“Infine – conclude il comunicato - si è rinnovato l’appoggio della Santa Sede alle legittime aspirazioni della Croazia alla piena integrazione europea e ci si è soffermati sulla congiuntura regionale, con uno speciale riferimento alla situazione dei croati nella Bosnia ed Erzegovina”.

Mons. Mamberti sui 20 anni di rapporti tra Santa Sede e Croazia: la sfida ora è l'integrazione nell'Ue
Auguro alla Croazia di vedere realizzata presto, così come è nei programmi, “l’aspirazione alla piena integrazione europea”. Sono le parole con le quali l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, ha concluso ieri in Vaticano il suo intervento alla Conferenza celebrativa del 20.mo anniversario dei rapporti diplomatici Santa Sede e Croazia. Il servizio di Alessandro De Carolis:
È il 1992 l’anno di svolta nella storia recente della Croazia: il regime comunista cade, i croati sono tra i primi a proclamare la propria indipendenza da Belgrado, accelerando il processo di dissoluzione dell’allora Jugoslavia. La Santa Sede è tra i primi a riconoscere la nuova sovranità e appena due anni dopo Giovanni Paolo II rende visita al nuovo Stato, mentre in lontananza ancora rimbomba l’artiglieria contro Sarajevo. Dunque, pur contando 1300 anni di vicinanza e di rapporti “intensi” tra Santa Sede e l’antico popolo croato, non c’è dubbio – ha affermato mons. Mamberti – che “gli ultimi venti anni sono stati tra quelli più difficili ed allo stesso tempo cruciali per il suo futuro”. “Fin dalle origini – aveva detto nel giugno dello scorso anno Benedetto XVI visitando Zagabria – la vostra Nazione appartiene all’Europa e ad essa offre, in modo peculiare, il contributo di valori spirituali e morali che hanno plasmato per secoli la vita quotidiana e l’identità personale e nazionale dei suoi figli”. Oggi – ha ripreso mons. Mamberti dopo aver citato il Papa – “le sfide continuano” e i croati del 21.mo secolo “non possono che interrogarsi circa i valori sui quali intendono costruire la vita dei singoli e quella dell’intera nazione”.Benché la Chiesa e la comunità politica “operino a livelli diversi e siano indipendenti l'una dall'altra, entrambe – ha osservato il segretario per i Rapporti con gli Stati –servono gli stessi soggetti che, allo stesso tempo, sono fedeli della Chiesa e cittadini dello Stato”. In questo servizio, ha proseguito, “c'è ampio spazio per il dialogo e la cooperazione, a servizio della dignità di ogni uomo. Al centro della mutua cooperazione, infatti, sta il nostro impegno condiviso per il bene comune e per la promozione dei valori spirituali e morali, che conferiscono alla società croata il suo saldo fondamento”. Quindi, mons. Mamberti ha terminato l’intervento augurando alla Croazia che, “nel momento in cui viene prospettata e realizzata l’aspirazione di piena integrazione nell’Unione Europea”, il Paese “rafforzi la sua identità e così sia fermento di bene per gli altri Paesi”.


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