domenica 30 settembre 2012

Anticipazioni. Risonanze giornalistiche e attività annunciate


Vecernji list (VL) di giovedì 26 settembre 2012 riporta la notizia dell'incontro avvenuto il giorno prima tra il Ministro della Giustizia e il Nunzio Apostolico, collegandola con l'incontro avvenuto poi tra il Ministro delle Finanze Slavko Linić e 2 vescovi rappresentanti della conferenza episcopale croata, il cardinale Josip Bozanic arcivescovo di Zagabria e mons. Marin Srakić arcivescovo di Djakovo Osijek. 

A questo proposito la testata si pone interrogativi circa l'attuazione di una revisione degli accordi e la possibilità di una nuova convenzione economica tra lo Stato e la Santa Sede. In attesa dei futuri contatti ufficiali nel merito, tra le Istituzioni croate ed il Vaticano, il comunicato della Nunziatura relativo all'incontro al Ministero della Giustizia è ripreso da VL come una anticipazione probante di una risposta a questi interrogativi.




Per il 7 Ottobre del 2012 è previsto un pellegrinaggio militare al Santuario mariano nazionale di Marija Bistrica. S. E. l'arcivescovo Alessandro D'Errico, Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia, presiederà la concelebrazione eucaristica delle ore 11 nell'aula dedicata al Beato Alojzije Viktor Stepinac con la partecipazione dell'ordinario militare mons. Juraj Jezerinac. Hanno confermato la loro partecipazione, accompagnati da truppe rappresentanti, anche altri ordinari militari: l'arcivescovo statunitense Timothy, il Direttore del pellegrinaggio internazionale Rebotier Blaise, il vescovo francese Luc Ravel, l'ordinario militare polacco Józef Guzdek, l'ordinario militare di BiH Tomo Vuksic ed altri.


Per il 18 Ottobre 2012, in occasione della festa di San Luca patrono dei medici, Mons. D'Errico celebrererà la Santa Messa della sera nella Basilica del Sacro Cuore di Zagabria. Alla liturgia parteciperanno i membri dell'Associazione Medica Croata. 


venerdì 28 settembre 2012

Pastorale della Carità. Celebrazione della festa di San Vincenzo de' Paoli a Zagabria


L'opera delle Suore della Carità di San Vincenzo de' Paoli, già diffusa in tutta Europa, iniziò a Zagabria intorno alla metà del XIX secolo, promossa dal Cardinale George Haulika che le chiamò nel 1846 per affidare loro un monastero e una intensa attività di assistenza ospedaliera ed educativa a favore dei poveri. Per oltre un secolo e mezzo le Suore hanno mantenuto il riferimento spirituale dei fondatori, San Vincenzo de' Paoli e Santa Luisa de Marillac, ed hanno esteso la loro opera in svariati campi della formazione dell'assistenza e dell'artigianato sacro. Alcune suore svolgono il loro servizio anche nella Nunziatura Apostolica di Zagabria.

Il 27 settembre 2012 l'arcivescovo D'Errico ha celebrato la Santa Messa per la festa di San Vincenzo de' Paoli nella chiesa del Monastero e ha avuto occasione di rivolgere alle suore e all'assemblea devota parole che hanno messo in risalto la figura del Santo e la sua idea della Carità come esperienza dell'Amore di Dio vissuta sia a livello interiore personale e sia come testimonianza ed opera comunitaria ed ecclesiale intensamente svolta ed organizzata a favore di ogni povertà. Diverse agenzie hanno riportato le sue parole in croato. 
Noi leggiamo nella completezza dei contenuti storici ed agiografici e nella chiarezza del forte messaggio pastorale, calato anche nella realtà croata, l'omelia del Nunzio Apostolico nella forma originale da lui direttamente predisposta.

Festa di San Vincenzo de’ Paoli
Chiesa di San Vincenzo de’ Paoli
Zagabria, 27 settembre 2012


Sono lieto di poter presiedere questa celebrazione eucaristica, con la quale la Famiglia Vicenziana di Zagabria rende grazie a Dio per il grande dono della vita e dell’esempio di San Vincenzo de’Paoli, servitore dei poveri e missionario della carità fraterna. Egli fece ritorno alla casa del Padre nel 1660 (352 anni fa). È una figura che ha illuminato profondamente, con la sua fede e il suo esempio, non soltanto la Francia del XVII° secolo, ma vaste aree del continente; e ancor oggi egli continua ad essere punto di riferimento per migliaia di persone, sensibili alle necessità delle fasce sociali più povere. Per la nostra meditazione, vorrei proporre alcune brevi considerazioni, che mi stanno molto a cuore.

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Di San Vincenzo mi colpisce la sua straordinaria sensibilità per i poveri e gli emarginati. Per questo egli fondò la Congregazione dei Preti della Missione (Lazzaristi) e – con la collaborazione di Santa Luisa di Marillac – la Congregazione delle Figlie della Carità. Per questo egli si fece promotore di tante iniziative di carità che coinvolgessero anche i laici (che oggi sono conosciute come Società delle Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli).

Lo specifico della sua spiritualità è nell’amore per gli ammalati, i bambini abbandonati, i carcerati, gli schiavi, i contadini poveri, le popolazioni affamate per la guerra. “Amiamo Dio – egli soleva ripetere – ma amiamolo nei fratelli bisognosi, con la fatica delle nostre braccia e con il sudore del nostro volto”. Così, in breve tempo egli divenne punto di riferimento per migliaia di persone generose e sensibili, desiderose di dare il loro contributo di sollievo per le fasce sociali più povere.


Personalmente, sono convinto che il suo è un messaggio di perenne attualità, che può dire molto anche a noi oggi. Il recente magistero dei Papi parla spesso di amore preferenziale per i poveri. E il Santo Padre Benedetto XVI ci ricorda spesso che non si può vivere tranquillamente la fede cristiana, ignorando il grido dei bisognosi, che giunge a noi da tante parti. Abbiamo il dovere di prestare attenzione a chi si trova in necessità, perché Dio è Amore. Questo esige che noi Suoi figli dobbiamo fare come Lui: comportarci come Lui, sempre, senza interessi e senza distinzioni, perché – come abbiamo ascoltato dal Vangelo - Gesù dice che nei poveri possiamo trovare il Suo volto sofferente: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere… Ogni volta che avrete fatto questo ad uno solo dei miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me” (cfr. Mt 25,31-46).

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C’è poi un altro aspetto che mi colpisce dell’opera di San Vincenzo. Un giorno, quando era ancora giovane sacerdote e parroco in zone rurali, egli ebbe notizia che un’intera famiglia della parrocchia era ammalata e senza un minimo di assistenza. Allora fece un appello ai parrocchiani che si attivassero per aiutarli. L’appello fu accolto subito e con molta generosità. San Vincenzo ne fu contento, ma poi fece una considerazione: “Oggi questi poveretti avranno tutto, e anzi più del necessario. Ma tra qualche giorno, cosa sarà? Certamente saranno di nuovo nel bisogno”. Da ciò maturò l’idea di una Confraternita di persone, che si impegnassero a turno ad assistere gli ammalati della parrocchia. Era il 1617; San Vincenzo aveva 36 anni. Dopo quella Confraternita, egli ispirò la nascita di tante istituzioni laiche, che poi sono confluite nella Società delle Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli; e – come ho menzionato – fondò la Congregazione dei Lazzaristi (nel 1625) e, insieme a Santa Luisa di Marillac, quella delle Figlie della Carità (nel 1633). Esse si propongono di assicurare in maniera stabile un minimo di assistenza ai bisognosi, al fine di rendere la loro vita più degna, e il loro futuro più sicuro.

In altre parole, San Vicenzo intuì che la carità è un dovere cristiano, che non può essere vissuto solo a livello personale. La carità necessita di essere organizzata, resa stabile, per portare i frutti che Gesù chiede da noi. E cioè, essa deve avere anche una dimensione comunitaria, come era nella prima comunità di Gerusaleme, e come possiamo leggere negli Atti degli Apostoli. Ma ciò può avvenire solo se noi cristiani abbiamo la consapevolezza di essere popolo di Dio, un solo corpo, uniti nella lode a Dio e nel servizio ai fratelli.

Anche questa intuizione di San Vincenzo – la necessità di organizzare la carità – mi pare di grande attualità per le nostre comunità. Grazie a Dio, in Croazia abbiamo tante forme organizzate di carità: c’è la Caritas – a livello di Conferenza Episcopale e delle singole diocesi - e ci sono tante iniziative di gruppi formati da persone di buona volontà. In questi anni del mio servizio al popolo croato – qui in Croazia e, prima, in Bosnia ed Erzegovina – ho potuto costatare con ammirazione come le nostre istituzioni – specialmente durante gli anni della guerra e nel periodo di ricostruzione che ne è seguito – si sono adoperate con esemplare spirito di amore verso tutti, senza distinzioni.

Ciò mi viene ripetuto spesso anche da alte personalità (civili e religiose), le quali sempre tangono a ribadire la loro gratitudine per ciò che la Santa Sede e la Chiesa Cattolica hanno fatto e stanno facendo durante questi anni delicati. Ed io sono solito rispondere che anche questo fa parte della nostra vocazione e della nostra missione cristiana: dal punto di vista del Vangelo e della logica di Dio – che è Amore, e ci vuole tutti fratelli – riteniamo che i poveri non possono essere lasciati soli.
Perciò sono convinto che l’organizzazione della carità deve restare tra le priorità pastorali della Chiesa ovunque, anche in Croazia. Solo così potremo essere fedeli alla nostra vocazione cristiana, e al tempo stesso continuare a dare il nostro contributo per la costruzione di un futuro migliore per tutti.

Sapete meglio di me che tante persone vivono con grande incertezza per il futuro. Ebbene, anche attraverso il nostro impegno di carità organizzata dobbiamo trasmettere una speranza. La speranza che è possibile realizzare un mondo migliore: un mondo senza povertà, senza barriere, senza odio, senza guerra, senza violenza. Un mondo in cui possiamo veramente sentirci tutti come fratelli, e amarci tutti come Dio ci ama.

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Miei cari fratelli e sorelle, ringrazio Madre Miroslava Bradica, Superiora Generale e Madre Marija Vlasta Tkalec, Superiora Provinciale, per la gioia che mi hanno dato di condividere con voi questo momento di preghiera e di riflessione. Insieme a voi elevo un inno di ringraziamento e di lode a Dio per ciò che San Vicenzo de’ Paoli ha operato con il rigore della sua fede luminosa, e per quello che ha ispirato in questi ultimi quattro secoli di storia della Chiesa. Il mio augurio – che accompagno con preghiera intensa – è che anche questa annuale celebrazione della festa di San Vicenzo possa essere occasione propizia – per la Famiglia Vincenziana, per tutta la Chiesa, e in particolare per la Chiesa di Dio che è in Croazia – per approfondire e promuovere un rinnovato concreto impegno di carità, a favore di tanti poveri Lazzaro, che incontriamo – purtroppo ancor oggi – lungo le strade del mondo. Amen.






Incontro con il Ministro della Giustizia di Croazia


Proseguono gli incontri del Nunzio apostolico con i rappresentanti delle istituzioni. Dopo l'incontro del 19 settembre scorso con il Presidente della Repubblica di Croazia Ivo Josipovic, ad una settimana di distanza, mercoledì 26 settembre, S. E. Alessandro D'Errico si è incontrato con il Ministro della Giustizia Orsat Miljenić. Il rafforzamento dei rapporti bilaterali tra la Croazia e la Santa Sede, argomento proposto e discusso in termini politici e culturali generali nel colloquio svoltosi nell'Ufficio di Presidenza, diviene anche l'argomento trattato in particolare al Ministero della Giustizia. In questa sede l'argomento trova una dimensione operativa e concreta nelle questioni che riguardano l'attuazione dell'accordo con la Santa Sede e la restituzione di proprietà ecclesiastiche in Croazia. 
Il comunicato emanato dall'Ufficio delle Pubbliche Relazioni è leggibile sul portale del Ministero della Giustizia. Quello emanato dalla Nunziatura è riportato dalle principali agenzie d'informazione cattoliche di Croazia e di BiH.

Il comunicato del Ministero della Giustizia

Aggiornato il 27/09/2012. Scritto dalle Pubbliche Relazioni

Il Nunzio Apostolico in visita ufficiale al Ministro della Giustizia

Il ministro della Giustizia Orsat Miljenić ha ricevuto il 26 settembre 2012 in visita inaugurale il Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia, mons. Alessandro D'Errico.

Argomenti dell'incontro sono stati l'attuale cooperazione bilaterale tra la Santa Sede e il Ministero della Giustizia, la restituzione delle proprietà ecclesiastiche in Croazia, e l'attuazione dell'accordo tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia.

Al termine della riunione, al fine di risolvere possibilmente tutte le questioni in sospeso, gli interlocutori hanno convenuto di continuare a collaborare e a comunicare direttamente con un impegno che sicuramente contribuisce al miglioramento delle attuali relazioni bilaterali amichevoli. (traduzione ad sensum)


Il comunicato della Nunziatura su IKA


2012/09/26 | 20:55 | IKA E – 144571/9


Zagabria: Incontro del Nunzio Apostolico con il Ministro della Giustizia

Zagabria (IKA) - Il nunzio apostolico Alessandro D'Errico si è incontrato il 26 settembre presso il Ministero della Giustizia con il ministro Orsat. L'incontro si è svolto in un clima cordiale e di 
fiducia reciproca. 

Sono state discusse questioni relative alle relazioni bilaterali e il futuro della Commissione mista tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia in relazione all'attuazione del trattato, in quanto il ministro Miljenić è copresidente della Commissione per i rapporti con le comunità religiose. Inoltre si è parlato della visita alla Santa Sede del premier croato Zoran Milanovic. Comunicato della Nunziatura Apostolica.


lunedì 24 settembre 2012

Diritti umani e prospettive di dialogo interreligioso orientamenti del nuovo Mufti di Zagabria


fonte: vecernji.hr 
L'insediamento del nuovo Mufti a Zagabria costituice un momento importante per le relazioni civili e religiose in Croazia. La componente islamica della comunità nazionale difatti s'inoltra con il Mufti Hasanovic sulla via dell'approfondimento teologico e del dialogo interreligioso ed europeo con le altre componenti di Croazia. 
La solenne cerimonia del 22 settembre 2012 nella moschea di Zagabria ha avuto tratti di particolare commozione legati al discorso della memoria e della speranza fatto durante la consegna del decreto di elezione da parte di Mustafa Ceric Ulema della Comunità islamica di Bosnia-Erzegovina.
A sottolineare l'importanza dell'evento è stata la presenza del Presidente della Repubblica di Croazia Ivo Josipovic insieme con il primo ministro Zoran Milanovic e con il ministro della Giustizia Orsat Miljanic. Mons. D'Errico ha partecipato in qualità di Nunzio rappresentante della Santa Sede e della Comunità cattolica insieme con i vescovi Vlado Kosic George Jezerinac e Mijo Gorski. L'evento ha avuto un'ampia risonanza sui media ed ha suscitato commenti che si riferiscono all'attualità internazionale riguardante l'Islam e la democrazia in generale ed in particolare gli avvenimenti recenti, in alcuni paesi islamici, dei tumulti contro l'uso blasfemo dei simboli religiosi. Seguono link ad alcuni media croati.






domenica 23 settembre 2012

Per la solennità di San Sossio martire patrono di Frattamaggiore


Nello stemma di S. E. Alessandro D'Errico, Arcivescovo titolare di Carini e Nunzio Apostolico in Croazia, c'è un riferimento iconografico diretto a Frattamaggiore sua città d'origine e al patrono San Sossio diacono e martire durante la persecuzione del 303-305 in Campania. All'indomani dell'elezione episcopale, nel descrivere personalmente la simbolica del suo stemma, Mons. D'Errico spiegò che in esso c’è un campo composto da una fascia rossa con una palma: il rosso è la palma sono evidentemente segni di martirio. Questo perchè volevo ricordare la mia origine: vengo da una Città e da una Diocesi che hanno per patroni un martire: S. Sosio per Frattamaggiore e S. Paolo per Aversa.”
Il legame storico-culturale con la sua città d'origine e soprattutto quello religioso con la comunità ecclesiale locale continua ad essere molto forte e ricco di espressioni recproche tra i compaesani ed il vescovo frattese missionario e diplomatico in giro per il mondo che ogni tanto ritorna per qualche settimana al suo paese. La sua presenza a Frattamaggiore, che coincide in genere con il tempo pasquale e con l'avvento, diviene subito un avvenimento catalizzatore che vivacizza la vita ecclesiale e rende particolarmente significativi i discorsi e gli incontri che si fanno in città.
Tutti gli altri momenti importanti per la chiesa e la storia locale che si vivono durante l'anno trovano d'altro canto sempre la possibilità di essere comunicati a mons. D'Errico e di ricevere da lui i segnali spirituali della sua partecipazione. Anche quest'anno, in occasione della festa patronale che ricorre il 23 settembre, egli attraverso la rete informatica non ha fatto mancare il segno della sua partecipazione agli eventi frattesi, alla preghiera e alle celebrazioni della comunità ecclesiale locale riunita intorno alla memoria del martire San Sossio. E la comunità locale rammemora con letizia le sue catechesi sui significati agiografici ed ecclesiali del martirio del santo patrono e i suoi sproni alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio culturale della tradizione religiosa frattese.

La descrizione di mons. D'errico del suo stemma episcopale. 

Anzitutto il Vescovo porta nel suo stemma un cappello verde che è segno della dignità vescovile; poi ci sono a destra e a sinistra dei fiocchi che per l’Arcivescovo sono quattro (per un Cardinale sono cinque, e per un Vescovo tre). C’è quindi un motto. Io ho scelto: “VENI SANCTE SPIRITUS” (Vieni Spirito Santo) per due motivi . Il primo perchè questa elezione all’episcopato è maturata durante l’anno che il Papa aveva consacrato allo Spirito Santo, nel cammino di preparazione al terzo millennio. Il secondo motivo è legato alla consapevolezza che l’episcopato è un dono di Dio, al quale dobbiamo dare una adesione incondizionata, nonostante i nostri limiti. Essendo io ben cosciente dei miei limiti, ritengo fondamentale pregare e accompagnare con la preghiera questo ministero; ed invitare gli altri alla preghiera: una preghiera che deve accompagnare costantemente il mio episcopato, rivolto soprattutto allo Spirito Santo che è datore di vita e anima interna della Chiesa. Lo scudo ha come tema dominante, la parte alta ove c’è lo Spirito Santo simbolizzato da una colomba, che richiama il motto. Poi c’è un campo composto da una fascia rossa con una palma: il rosso è la palma sono evidentemente segni di martirio. Questo perchè volevo ricordare la mia origine: vengo da una Città e da una Diocesi che hanno per patroni un martire: S. Sosio per Frattamaggiore e S. Paolo per Aversa. Nel campo in basso a sinistra di chi guarda c’è un rimando alla Parrocchia di appartenenza, che come è noto è quella di Maria Ss. del Carmine in S. Ciro. S. Ciro era un medico e come riferimento alla Sua professione ho preferito un calice con serpente anziché il simbolo di Esculapio che poteva risultare troppo “pagano”. Sull’ultimo campo a destro c’è una “M” che sta per MARIA, per l’ultima mia esperienza in Polonia che è consacrata alla Madonna di Czhestochova. Tra parentesi consentitemi ricordare che anche l’immaginetta preparata in ricordo della mia ordinazione Episcopale riporta l’icona della Madonna di Czhestochova. La “M” dice pure un riferimento a questo Papa che mi ha elevato all’Episcopato. E ciò perché anche il Papa porta una “M” nel suo stemma.




sabato 22 settembre 2012

L'incontro a Zagabria con i rappresentanti dei Croati all'estero


Le principali agenzie d'informazione cattoliche (ika, kta, gk) riportano la notizia dell'incontro avvenuto il 19 Settembre 2012 a Zagabria tra i numerosi delegati e responsabili pastorali dei Croati all'estero. Alla riunione, avvenuta sotto l'egida della Conferenza Episcopale Croata e della Conferenza Episcopale di Bosnia-Erzegovina, ha partecipato anche il Nunzio Apostolico S. E. Alessandro D'errico. La sua presenza ha sottolineato l'importanza dei temi pastorali e della vita ecclesiale connessi alla realtà di un popolo che registra una diffusa diaspora di molte componenti della sua comunità. Le parole del Nunzio rivolte ai partecipanti hanno manifestato la sua personale vicinanza alla problematica identitaria e religiosa dei fedeli all'estero ed il sostegno della Santa Sede all'impegno profuso a favore del popolo di Dio e della Chiesa.

2012/09/19 | 17:30 | IKA E – 144387/9 Riunione autunnale dei fedeli croati all'estero
All'incontro si è unito il Nunzio Alessandro D'Errico, che si è mostrato vicino ai delegati nel loro lavoro responsabile e dedicato alla conservazione del patrimonio culturale croato all'estero, consapevole dei contributi di tutti i soggetti operanti per il popolo di Dio loro affidato all'estero, e per la Chiesa cattolica nel suo insieme

Zagabria (IKA) – Sotto l'egida della Conferenza Episcopale Croata e della Conferenza Episcopale della Bosnia-Erzegovina la congregazione degli espatriati ha tenuto la sua riunione Mercoledì 19 Settembre a Zagabria, con la presidenza d Mons. Pero Sudar Ausiliare di Sarajevo. La riunione ha avuto corso per discutere di tutte le questioni importanti che collegano la patria e la diaspora, e sono state recepite le relazioni dei delegati sulla situazione attuale nelle missioni cattoliche croate e i rappresentanti hanno ricevuto notifica da parte della Direzione.

All'incontro si è unito il Nunzio Apostolico Arcivescovo Alessandro D'Errico, che ha rivolto ai delegati parole con le quali ha espresso la sua vicinanza e la condivisione del loro lavoro responsabile dedicato alla conservazione del patrimonio culturale croato all'estero, consapevole dei contributi di tutti i soggetti operanti per il popolo di Dio loro affidato all'estero, e per la Chiesa cattolica nel suo insieme.
All'incontro hanno partecipato quasi tutti i membri del Consiglio, il direttore dei fedeli croati all'estero don Giuseppe Bebic e i delegati dei fedeli croati all'estero, nei paesi ove si attua il lavoro pastorale: il delegato per la Svezia e nei paesi nordici mons. Stephen Biletić, il delegato per il Canada mons.Ivan Vuksic, il delegato per la Slovenia Padre Mark PrPA, il delegato per il Regno Unito e i paesi del Benelux p. Stephen Cukman, il delegato per gli Stati Uniti p. Mate Bižaca, il delegato per la Germania p. Ivica Komadina, il delegato per la Svizzera don Mico Pinjuh, il delegato per l'Australia don Ivo Tadic, il delegato per l'Austria don Giuseppe Tretnjak, la suora rappresentante Anemarie Radan, il rappresentante pastorale associato per la Germania Ivan Ivankovic e il rappresentante socio pastorale in Germania Verica Grabovac. Presso l'Ufficio della Congregazione espatriati. (traduzione ad sensum).





venerdì 21 settembre 2012

La visita ai Francescani d'Erzegovina in Dubrava

Il portale dei Francescani d'Erzegovina a Zagabria

L'idea di erigere un monastero dei Francescani d'Erzegovina nell'area di Zagabria, che curasse la formazione superiore e teologica dei novizi che erano costretti a studiare all'estero, si andò affermando tra le due guerre. Essa ha avuto poi pratica realizzazione subito dopo la seconda guerra mondiale con l'acquisizione dei donativi e delle strutture utili per la fondazione della Chiesa e del Monastero a Dubrava. Il complesso religioso ed educativo dei francescani ha avuto così occasione di svilupparsi nel clima post-conciliare e nelle dinamiche democratiche recenti, assumendo funzioni e riferimenti importanti per le comunità ecclesiali locali e per la comunione tra le diverse Province di Croazia e di Bosnia-Herzegovina. Con la sua visita alla Chiesa e al Monastero dei Francescani Mons. D'Errico ha avuto modo di apprezzare ed incoraggiare la loro opera e di riconsolidare un legame che dura dal periodo della sua nunziatura in Bosnia-Erzegovina. La notizia è stata divulgata dal portale dei Francescani e congiuntamente da IKA e KTA.

2012/09/20 | 20:29 | IKA E - 144394/9

Il Nunzio ha visitato i francescani a Dubrava

Mons. D'Errico ha ringraziato i Francescani per tutto quello che hanno fatto a testimonianza della fede in questa città, per le comunità locali e per quelle provenienti dalla Bosnia per le quali la Chiesa ed il Convento sono come una seconda casa

Zagabria (IKA) - Il Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico, ha visitato Giovedi 20 Settembre il monastero e la chiesa dei Francescani di Erzegovina a Dubrava. Il Nunzio è stato accolto dal Guardiano del monastero Draženko Tomic e dal Vicario della Provincia dei Francescani di Erzegovina Miljenko Steko. Il Nunzio D'Errico ha visitato la chiesa dedicata all'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria ed il monastero che ha una funzione educativa provinciale.
Dopo l'incontro fraterno con i francescani, il Nunzio ha espresso grande gioia anche per l'opportunità di rinsaldare il forte vincolo che lo lega con la comunità francescana da quando era nunzio apostolico in Bosnia. Il Nunzio D'Errico ha particolarmente mostrato interesse e plauso per la cooperazione educativa tra le due Provincie Francescane, quella di San Girolamo in Dalmazia e Istria con quella di Herzegovina, rivolta alla formazione comune presso il monastero dei seminaristi e degli studenti di teologia. Ha ringraziato tutti i francescani illustri per quello che fanno per i fedeli di questa città, per le comunità locali e, in particolare, per quelle della Bosnia che ritrovano la chiesa e il convento come loro seconda casa. Con parole di incoraggiamento e rassicurazione, il Nunzio ha espresso la speranza che durante il suo ministero apostolico l'incontro con i Francescani sarà sempre gioioso e fraterno. (traduzione ad sensum)




mercoledì 19 settembre 2012

Una conversazione del Nunzio Apostolico con il Presidente della Repubblica di Croazia

Sul portale dell'Ufficio di Presidenza della Repubblica di Croazia si legge la comunicazione
stringata di un conversazione avvenuta il 19 settembre 2012 tra il Presidente Josipovic ed il Nunzio Apostolico Alessandro D'Errico. I riferimenti comuni al dialogo aperto e alla fiducia reciproca, che caratterizzano le relazioni tra la Croazia e la Santa Sede, hanno qualificato i contenuti della discussione che ha riguardato l'opportunità di migliorare ancora la collaborazione tra lo Stato e la Chiesa a vantaggio dell'intera società croata.
   

19 09 2012
Il Presidente Josipovic ha ricevuto il Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia

Il Presidente Josipovic, Mons. D'Errico e p. Ivica Hadaš sj
Fonte: Ufficio del Presidente (da IKA)
Il Presidente croato Ivo Josipovic ha ricevuto oggi, 19 settembre, il nunzio apostolico nella Repubblica di Croazia, mons. Alessandro D'Errico, per una conversazione. Durante l'incontro ambedue hanno espresso soddisfazione per lo sviluppo delle relazioni reciproche tra la Croazia e la Santa Sede che sono state considerate eccellenti. È stato sottolineato che la comunicazione aperta e la fiducia reciproca sono state componenti chiave delle relazioni precedenti che devono continuare ad essere coltivate. Gli interlocutori hanno discusso le possibilità di rafforzare ulteriormente la collaborazione tra Chiesa e Stato a beneficio della società nel suo complesso.

La notizia su IKA


lunedì 17 settembre 2012

La via del dialogo strada maestra per la pace


E' la sintesi dell'indirizzo di saluto rivolto dal cardinale Vinko Puljic a tutti i rappresentanti delle culture e delle religioni convocati per l'incontro internazionale di preghiera a Sarajevo dal 9 al 11 settembre 2012. Ho letto l'indirizzo di saluto nelle pagine dedicate dal portale della Comunità di Sant'Egidio all'incontro realizzato nello 'Spirito di Assisi' e denominato “World Meeting for Peace - Sarajevo 2012 – Living Together is the Future – Religions and the Cultures in Dialogue”. L'incontro è stato organizzato dalla stessa Comunità di Sant'Egidio in collaborazione con la Comunità Islamica in BiH, con la Chiesa Serbo-Ortodossa, con l'Arcidiocesi di Vrhbosna-Sarajevo e con la Comunità Ebraica in BiH. Numerosissimi sono stati i rappresentanti i relatori e le personalità intervenuti.
L'arcivescovo di Vrhbosna-Sarajevo nella sua omelia svolta durante la celebrazione d'apertura dell'8 settembre, in una cattedrale riempita da una assemblea variegata e proveniente da molte parti e religioni del mondo, ha utilizzato parole e concetti che mi hanno portato alla mente gli stessi che ho osservato operanti nell'opera diplomatica ed ecclesiale svolta da S. E. Alessandro D'Errico nel suo ministero di Nunzio Apostolico a Sarajevo dal 2005 al 2012. Alla mente mi è soggiunto insieme con il noto legame di amicizia personale tra il cardinale ed il nunzio apostolico anche l'umile e paziente lavoro di discussione di dialogo e di impegno personale che è necessario per giungere alla realizzazione di momenti importanti e significativi per costruire istituzionalmente un futuro di pace, di concordia e di sacro rispetto reciproco tra le religioni e le culture. Un lavoro paziente ed umile efficacemente svolto in nome della Santa Sede che ha ricevuto alti riconoscimenti internazionali (Golden Charter di International League of Humanists for peace, Premio Bonifacio VIII) e celebrazioni della sua esemplarità (Libro: In Honorem). Si tratta di un lavoro proficuo svolto in un luogo divenuto 'simbolo' dello storico stridore tra le diversità antropologiche ma anche dell'attuale speranza della loro concilazione e della loro condivisione di interessi e valori umani comuni. In un luogo che oggi gli organizzatori dell'Incontro Internazionale di preghiera hanno voluto paragonare alla Gerusalemme d'Europa ed indicarlo come esempio di città futura della convivenza pacifica dei popoli e delle religioni.
Condivido un brano memorabile circa i concetti espressi nell'omelia del cardinale Puljic:

La preghiera è stata forza per sopportare gli orrori della guerra, però adesso sempre di più si stende la nuvola della disperazione. Ecco perché è importante che da questa città parta il grande messaggio di speranza, il messaggio di energia positiva, che dice: le diversità non sono uno svantaggio ma una risorsa. Da questa diversità, infatti, nasce il bisogno di costruire un mondo in cui nella convivenza e nella tolleranza si possa sperare in un futuro migliore.
Qui desidero citare le parole che il beato papa Giovanni Paolo II doveva dire a Sarajevo l’otto settembre 1994, ma non potendo venire queste parole le ha inviate: la Dichiarazione dei diritti dell’uomo è uno dei primi pilastri verso l’edificazione della pace. La guerra è contro l’uomo. Se si vuole evitare la guerra è necessario assicurare il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo tra i quali occupa il primo posto il diritto alla vita di ogni uomo, dal momento del concepimento fino alla morte naturale.
Esistono anche altri diritti, per esempio la libertà religiosa e la libertà di coscienza, che dirigono i principi della convivenza degli uomini nell’ambito spirituale. Il Concilio Vaticano II ha dedicato a questi diritti una dichiarazione particolare, la dichiarazione sulla Dignità della persona, la Dignitatis humanae.
La convivenza del singolo e dei popoli innanzi tutto deve fondarsi sui “diritti dei popoli”. Come ogni singolo uomo, così anche ogni popolo ha diritto di esistere, ha diritto di sviluppare il proprio patrimonio culturale. Esso è fonte di ispirazione per le famiglie che educando i figli, trasmettono alle generazioni future i beni culturali della patria.
“… Così nasce la pace nel rispetto dei diritti della persona e dei diritti dei popoli; così si edifica e si difende la pace”.
Noi siamo consapevoli che la pace è un compito grande. Siamo consapevoli di non essere i padroni di noi stessi, ma secondo il diritto Divino, facciamo parte di una grande famiglia; partendo dalla famiglia della nostra Chiesa locale dell’arcidiocesi di Vrhbosna, della Chiesa cattolica in Bosnia ed Erzegovina, come anche della Chiesa universale Cattolica, e guardando in senso politico anche dell’integrazione Europea. Per questo è necessaria la solidarietà del mondo nell’impegno per costruire la pace e allargare i nostri orizzonti. In primo luogo ci affidiamo a colui che è la nostra pace, il Cristo Signore risorto che ci dona la sua pace, non come lo dona il mondo, dove la legge del più forte sembra comandare, ma la pace nella quale ogni essere umano è creato da Dio, amato, redento da Cristo; così costituiamo la comunità dei credenti nella via d’amore e di pace.




domenica 16 settembre 2012

La visita pastorale a Fiume e l'omelia mariologica nella cattedrale di San Vito


La visita del Nunzio Apostolico a Fiume nel giorno della festa dell'Addolorata si è svolta in due momenti. Al mattino, in compagnia del vescovo e di altri prelati della diocesi, egli ha avuto occasione di conoscere alcune importanti realtà ecclesiali, come il Seminario Teologico e la Casa del Sacro Cuore. Al pomeriggio verso sera egli ha presieduto la celebrazione eucaristica in cattedrale. Le agenzie del giorno dopo (ika, kta e GK) riportano una sintesi degli incontri che Mons. D'Errico ha avuto durante la visita pastorale del 15 settembre. In particolare sono riproposti alcuni spunti della sua omelia sulla Madre Addolorata che egli ha tenuto durante l'Eucaristia concelebrata nella cattedrale di San Vito insieme con il vescovo titolare ed con altri sacerdoti. Egli ha trattato nella visione mariologica del dolore e della sofferenza che trovano senso di redenzione e di partecipazione con Maria al mistero della salvezza operata da Cristo sulla croce. Non è mancato l'accenno all'esempio del beato Giovanni Paolo II che in questa stessa visione volle vivere fino in fondo, con la sua personale degli ultimi giorni, il mistero salvifico della sofferenza cristiana. Ai fedeli convenuti in assemblea egli ha poi impartito una speciale benedizione a nome del Santo Padre Benedetto XVI. 


2012/09/15 | 18:33 | E IKA – 144284/9 Il Nunzio Apostolico ha visitato Fiume
Su invito dell'arcivescovo di Fiume, il Nunzio ha incontrato la chiesa di Fiume

Fiume (IKA) - Su invito di Mons. John Devčića Sabato 15 settembre, festa della Madonna Addolorata compatrona della cattedrale, il Nunzio Apostolico Mons. Alessandro D'Errico è stato in visita pastorale a Fiume.

Il Nunzio accompagnato dall'arcivescovo ha visitato il Seminario Teologico di Fiume, la casa dei sacerdoti e la casa dove è stato fondato l'Ordine del Sacro Cuore di Gesù.
Ne pomeriggio Mons. D'Errico ha presieduto la celebrazione eucaristica nella Cattedrale di San Vito. Hanno concelebrato mons. Devčića, il Vicario Generale mons. Emil Svažić, il rettore della cattedrale mons. Ivoslav Linic e numerosi sacerdoti. All'inizio Mons. Devčić ha espresso il benvenuto al Nunzio per la sua visita a Fiume, che si svolge in un momento particolare della situazione religiosa. Inoltre ha parlato del collegamento permanente della Chiesa croata con il Santo Padre e ha ringraziato per l'assistenza che la Santa Sede ha più volte dato al popolo croato anche nel periodo bellico.
Durante l'omelia, il Nunzio ha detto di essere contento per la sua prima visita a Fiume, ha rivolto un cordiale saluto ai religiosi, ai collaboratori pastorali, ed è stato lieto di portare una speciale benedizione di Papa Benedetto XVI, che è stata impartita alla fine della celebrazione a tutti i credenti. Il Nunzio in particolare ha commentato il Vangelo che racconta di Maria ai piedi della croce di Gesù, ed ha indicato alcuni punti di riflessione: "Maria è stata per secoli fonte di ispirazione e supporto per molti cristiani che si sono rivolti a Nostra Signora dei Dolori nei momenti di prova e di sofferenza." Il Nunzio ha detto che per Maria il dolore non ha mai preso il tono angoscioso e della delusione. Ella ben sapeva che suo figlio è venuto a liberare l'uomo dal peccato attraverso la sua sofferenza, la morte e il sacrificio sulla croce. Il Nunzio ha richiamato la riflessione anche sull'ultimo anno di Giovanni Paolo II, caratterizzato dalla profonda sofferenza e dalla malattia; il papa ha volentieri scelto di continuare il suo servizio in precedenza svolto, ancora di più nella malattia, anzi espressamente dicendo che voleva mostrare al mondo che le sofferenze avrebbero aiutato tutti i cristiani, e come Maria ai piedi della croce di Gesù essi possono vivere il dolore e la sofferenza sulla via della salvezza, partecipando alla sofferenza di Gesù sulla croce. Il Nunzio ha spiegato che Maria soffre non solo a causa della sofferenza di Gesù', ma anche per la tanta sofferenza che noi cristiani abbiamo causato a suo Figlio a causa dei nostri peccati. Di conseguenza, le lacrime di Maria sono lacrime della Madre celeste, che vuole convertire e fare rinunciare al peccato, che vuole far scegliere sempre ciò che è in accordo con la volontà di Dio, in tutte le circostanze della nostra vita.
Prima della benedizione finale l'arcivescovo Devčić ha ringraziato il nunzio apostolico per la sua partecipazione e per le sue edificanti parole. (traduzione ad sensum)



sabato 15 settembre 2012

Celebrazione dell'Addolorata nella Cattedrale di Fiume

Fonte: tz-rijeka.hr

Sul portale dell'arcidiocesi di Fiume (Riječka) è annunciata la celebrazione eucaristica serale dell'Addolorata presieduta da Mons. D'Errico. La celebrazione avviene nella cattedrale dedicata al santo martire Vito e nello spirito dell'accoglienza da parte della Chiesa locale  per il Nunzio Apostolico in Croazia che per la prima volta visita la diocesi retta dall'arcivescovo Ivan Devčić.
L'arcidiocesi si trova nell'area più popolata ed economicamente produttiva della Croazia occidentale. La sua storia ecclesiastica ha radici nel cristianesimo antico dei primi secoli e documentate nel periodo carolingio (IX secolo); la sua identità croata si arricchisce dei temi storici della cultura mitteluropea caratterizzata dal luogo, dalle relazioni e dagli scambi con le nazioni confinanti compresa l'Italia.






sabato 8 settembre 2012

Alla festa di san Marko di Križevci

Fonte: croatia.hr

Nella giovane diocesi di Bielovar-Križevči, scorporata da Zagabria ed eretta nel 2009, si è celebrato la memoria di un grande santo locale: San Marco Križevčanin (Križevči 1589 - Trnava 1619). Mons. D'Errico, Nunzio Apostolico che ama dialogare condividere ed immergersi nella vita della Chiesa locale, ha partecipato alla celebrazione liturgica ed ecclesiale allestita all'aperto e vissuta in comunione con numerosi vescovi sacerdoti e rappresentanti del popolo croato. La memoria del santo sacerdote martire per la fede rimanda al tempo della Controriforma. Egli fu candidato al sacerdozio proveniente da Zagabria inserito nel Collegium Germanicum Hungaricum e fu studente di teologia presso i Gesuiti della Gregoriana nella Roma del '600 (1611-1614). Ritornato in patria fu prete diocesano, poi Rettore di seminario a Trnava chiamato dal Primate d'Ungheria che fu suo maestro di studi a Graz, ed infine Canonico di Esztergom amministratore dell'Abbazia benedettina di Krásna. Egli morì martire nel contesto delle guerre di religione che si ebbero in Europa tra protestanti e cattolici. Fu beatificato da Pio X nel 1905 e canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1995. La sua testimonianza esprime importanti tematiche storico-culturali e di civiltà antropologica, ed assume significati esemplari ed attuali per la fede cattolica e per il dialogo ecumenico. 

2012/09/07 | 16:05 | IKA E - 144107/9

Celebrando la festa di San Marco di Križevci

Križevci (IKA) – Nella concattedrale di Križevci in diocesi di Bjelovar-Križevci il 7 Settembre si è celebrato la cerimonia in onore del patrono San Marco Križevčanin.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal Presidente della Conferenza Episcopale Croata Marin Srakic Arcivescovo di Djakovo Osijek in comunione con il vescovo locale Vjekoslav HUZJAK, il nuovo nunzio apostolico in Croazia Alessandro D'Errico, il vescovo di Varazdin Mons. Giuseppe Mrzljak, il Vescovo ausiliare Kosic Sisak, il vescovo di Sibenik Ante Ivas, Milo BOGOVIC Vescovo di Gospic-Senj, il vescovo ausiliare di Zagabria Mijo Gorski e cinquanta sacerdoti.
La città ha accolto con favore gli arcivescovi, i vescovi, i cari ospiti, i preti, i monaci, le suore, i teologi e i rappresentanti dell'attuale governo civili con a capo il sindaco di Križevci Branko Hrgom. Più di 3.000 i fedeli riuniti. Nella sua omelia Mons. Srakić ha esortato i fedeli a seguire l'esempio del Santo martire e di tutti i santi della Chiesa.
La Messa è stata preceduta da una processione per le vie di Križevci verso la Concattedrale e attraversare lo spazio liturgico. Dopo la Messa si è tenuto il 12° Incontro Nazionale delle persone con disabilità e l' incontro con l'organizzazione "croata Defender". La Santa Messa celebrata per la festa di oggi è stata il coronamento del manifestazioni in onore di San Mark di Križevci che si tengono da Mercoledì 29 Agosto a Domenica 16 settembre. (Traduzione ad sensum)



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