domenica 10 maggio 2015

Visita pastorale a Split e Hvar

Quasi una tradizione, nel periodo che segue la Pasqua, per il Nunzio Apostolico in Croazia recarsi in visita pastorale nei luoghi ecclesiali della Dalmazia (vedi questi post del 2013 e del 2014 riguardanti la visita all'arcidiocesi di Spalato (Split) e l'ostensione delle reliquie di San Doimo). Quest'anno il mezzo migliaio di chilometri che separano Zagabria dalla sponda adriatica di Split sono stati percorsi in auto dal Nunzio con la prospettiva di trascorrere anche qualche giorno sull'isola di Hvar ospite della Chiesa locale che celebra la festa patronale del martire San Prospero.
La passione per l'Agiografia e il richiamo delle Tradizioni religiose popolari, sono sentimenti fortemente avvertiti dal Vescovo D'Errico che impreziosiscono di grandi valori ecclesiali la sua testimonianza apostolica ed il suo servizio di rappresentante della Santa Sede in Croazia. Deve aggiungersi anche la particolarità della Dalmazia come luogo di grandi tradizioni storiche ed agiografiche che si sono originate con il primo e più antico cristianesimo in Europa.
La lunga strada del ritorno alla Nunziatura di Zagabria, per la mezzanotte di domenica 10 Maggio 2015, sarà sicuramente per il Nunzio una occasione di riflessione spirituale e di gratitudine al Signore per il suo ministero itinerante che lo vede impegnato a portare il segno della Chiesa e del Papa nei luoghi che egli raggiunge per la Croazia.

Il 7 Maggio 2015 Mons. D'Errico ha partecipato alla celebrazione eucaristica sul lungomare di Spalato dove si è svolta una lunga processione e dove si sono riunite migliaia di persone intorno alla mensa insieme con un folto numero di vescovi, sacerdoti, ministri e religiosi. Alla cerimonia ha presenziato anche la Presidente della Repubblica di Croazia, la Signora Kolinda Grabar-Kitarovic, insieme con altre personalità del governo e della società civile. Sul portale dell'Arcidiocesi di Spalato è stato postato un lungo commento con una bella galleria fotografica, ed è stato riportatata quasi per intero l'omelia del vescovo Duro Hranić. Un'altro ampio commento lo si può leggere su IKA.

Il Nunzio Apostolico in Croazia è stato ospite della Chiesa locale di Hvar dall'8 al 10 Maggio 2015 con una agenda pastorale che lo ha visto partecipe alla vita ecclesiale e civile dell'isola.
Il giorno 8 Maggio 2015, al suo arrivo, Mons. D'Errico è stato accolto ufficialmente nella Cattedrale dell'Isola, e nel clima della Vigilia della Festa di San Prospero, Patrono della Diocesi, ha ricevuto i saluti del Vescovo e delle rappresentanze cittadine. Ha partecipato poi con il Vescovo e con il Clero locale alla solenne liturgia dell'apertura del sacello del Santo Patrono per l'ostensione della sua reliquia.


Il giorno 9 al mattino, insieme con il Vescovo di Hvar Mons. Slobodan Stambuk e con p. Ivica Hadas s.j., Mons. D'Errico ha visitato il monastero delle benedettine. Un portale dalmata dedicato, come pure l'agenzia IKA, riporta i concetti che il Nunzio ha espresso nel dialogo con la Madre Superiora. Li leggiamo nella traduzione ad sensum dal croato.

"Sono venuto a portare una speciale benedizione papale. Conto sulle vostre preghiere. Voglio ricordare che Papa Francesco fa affidamento soprattutto sulle contemplative come voi. Papa Francesco cerca di portare la Chiesa alla semplicità del Vangelo e al dinamismo della testimonianza. Abbiamo un Papa che è pieno dello Spirito Santo che imprime un grande dinamismo alla Chiesa; e di ciò parlerò nella omelia durante la celebrazione di San Prospero. Dobbiamo rinnovare la nostra devozione. Pietro che è il capo degli Apostoli ha la missione di stabilire noi nella fede".
La Reverenda Madre Ana Vukas ha brevemente informato il Nunzio sulla vita e sulla missione delle suore benedettine di Hvar, che è attualmente sono nove nel convento. Ha sottolineato che le suore del monastero di Hvar, come ordine benedettino, sono molto impegnate nella liturgia. In particolare esse producono pizzi fatti a mano dalla pianta di agave e famosi in tutto il mondo. Ha ricordato che il pizzo di agave è un bene culturale tutelato dall'UNESCO. Al termine della riunione, che si è svolta in un'atmosfera piacevole la Madre Vukas ha donato al Nunzio D'Errico una croce realizzata in pizzo di agave.

La visita al mattino del Nunzio si è protratta fino all'incontro con il Sindaco di Hvar. Mons. D'Errrico ha avuto modo di esprimere il suo compiacimento per la bellezza ambientale dell'isola, per le attrattive turistiche, per le capacità produttive degli isolani, per la loro bella accoglienza e per il senso della religiosità che si nota nel rispetto e nel dialogo della popolazione con i religiosi e i sacerdoti locali. Gli operatori del turismo locale che si sono incontrati con il Nunzio hanno avuto modo di guidarlo nella visita e di proporgli un saggio delle tradizioni culturali e delle bellezze monumentali dell'isola che ha molti luoghi, come il centro storico, che sono patrimonio dell'UNESCO.
Commenti approfonditi circa la visita del Nunzio a Hvar sono stati pubblicati dai portali locali e dai principali delle agenzie cattoliche.

Il momento culminante della visita pastorale del Nunzio a Hvar è stata la Celebrazione eucaristica in onore del martire San Prospero seguita dalla tradizionale processione con la sua reliquia per le vie dell'isola. Il Vescovo D'Errico ha presieduto la celebrazione ed ha tenuto una bella omelia che ha recuperato la storia agiografica del santo ed ha illustrato il significato attuale dell'esempio del martire San Prospero.

Faccio seguire il testo intero dell'omelia preparato direttamente dal Nunzio Apostolico.   


 FESTA DI SAN PROSPERO
Omelia del Nunzio Apostolico
(Hvar, 9 maggio 2015)
Sono contento che il nostro incontro abbia luogo oggi, nella festa di San Prospero, un Martire-testimone di fede, che può insegnare molto anche a noi. Purtroppo, come sapete, non ci sono pervenuti molti elementi circa la sua vita. Ma sappiamo la cosa più importante; e cioè, che egli fu Martire per la fede nei primi secoli dell'era cristiana, e che le sue reliquie furono conservate nelle catacombe di Roma. Poi arrivarono qui a Hvar secoli più tardi; e dal 10 maggio 1671 si cominciò a celebrare la sua festa in questa data.

Nei giorni scorsi, pensando alla gioia di questa Visita alla Diocesi di Hvar, mi sono posto sopratutto una domanda: Cosa può insegnare San Prospero a noi oggi? Ebbene, la risposta è stata facile. Lui che diede la suprema testimonianza di fede con il suo sangue, invita anche noi ad essere testimoni coerenti e coraggiosi, come lo fu lui in tempi difficili.

Pensando a San Prospero, mi sono tornate alla mente le parole di Gesù che ascoltiamo spesso durante questo tempo pasquale: ”Sarete miei testimoni”. E' interessante questa insistenza di Gesù. Egli vuole mettere in chiaro che la missione che ha ricevuto dal Padre Celeste non vuole portarla a compimento da solo. Il Maestro vuole associarci a Lui, e domanda che ciascuno faccia la sua parte, con zelo e responsabilità, nella costruzione del Regno di Dio. Questo l'hanno capito bene i grandi Santi - e in particolare i Martiri - che con il loro esempio e il loro sangue hanno dato la più alta testimonianza di fede.

Evidentemente, queste parole di Gesù valgono per ogni epoca; ma esse sono di particolare attualità oggi, quando il Santo Padre Francesco propone con insistenza un rinnovato impegno di tutti, dinanzi alle sfide dell'ora presente, per una nuova fase evangelizzatrice della Chiesa.

Ecco allora il primo insegnamento di San Prospero. Come lui, anche noi dobbiamo essere testimoni di fede. Anche noi dobbiamo fare buon uso dei talenti ricevuti. E questo riguarda tutti i membri del popolo di Dio (Vescovi, Sacerdoti, Religiose, Religiosi, e fedeli laici), senza differenze, nessuno escluso.

**********

In secondo luogo, mi sono posto un’altra domanda: In concreto, cosa possiamo fare per realizzare la nostra testimonianza, nelle circostanze specifiche della nuova evangelizzazione auspicata dal Santo Padre? Nella riflessione e nella preghiera, ho trovato alcuni elementi stimolanti, che vorrei indicare pure a voi, partendo dalle riflessioni che il Santo Padre ha elaborato nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, e ripete spesso, sopratutto nelle omelie che quasi ogni giorno fa a Santa Marta. Che cosa propone il Papa, per il nostro impegno di testimonianza evangelizzatrice oggi?

1. Anzitutto egli dice che dobbiamo prendere sul serio le ultime parole di Gesù. Sono sempre importanti le ultime parole di una persona cara. Tanto più devono essere per noi quelle del Maestro, prima di far ritorno al cielo: “Andate nel mondo intero, annunciate la Buona Novella a tutti i popoli”. Questo deve essere il punto di partenza della nostra testimonianza oggi.

Da ciò viene una conseguenza ovvia. Gesù ci chiede di andare. Questo significa che non possiamo restar fermi. Non possiamo limitarci ad amministrare ciò che abbiamo ereditato da un passato glorioso di fede. Al contrario, bisogna avere un atteggiamento attivo. Bisogna andare, uscire per le vie del mondo, con spirito missionario. In breve, dobbiamo adoperarci tutti per costruire una Chiesa in uscita.

Notiamo anche - e questo è molto importante - che la testimonianza missionaria che Gesù domanda, deve estendersi a tutte le attività della Chiesa. E cioè, essa non può ridursi soltanto all'ambito della proclamazione della Buona Novella in terre lontane, a coloro che ancora non conoscono Gesù o l’hanno sempre rifiutato. Questo certamente è molto importante, ed è un campo in cui - grazie a Dio - la Chiesa in Croazia si è sempre distinta.

 Ma le ultime parole di Gesù intendono animare e vivificare pure il campo della pastorale ordinaria, che riguarda i fedeli che frequentano regolarmente le nostre comunità. Anche ad essi, anche a noi Gesù rivolge il Suo invito e chiede una testimonianza missionaria, nella vita di ogni giorno.

2. In questo impegno di costruzione di una Chiesa in uscita, il Santo Padre chiede di avere una cura particolare per le periferie, quelle materiali e quelle esistenziali. E cioè, per i poveri e per i lontani, che di più hanno bisogno di una parola di consolazione e di conforto. In questo senso, nella nostra testimonianza dobbiamo privilegiare una cultura della solidarietà, dell'incontro, della comunione, del dialogo: con un atteggiamento rispettoso verso tutti, senza tuttavia rinunciare ai presupposti fondamentali della nostra fede.

3. Come le prime comunità cristiane, anche noi dobbiamo trasmettere la gioia che ci viene dall'incontro con il Signore Risorto. Non ha senso vedere cristiani tristi e melanconici, come se stessero partecipando ad una veglia funebre. E neppure ha senso vedere cristiani inamidati. E cioè, rigidi e formalisti, che hanno sempre di qualcosa di cui lamentarsi. La nostra gioia è grande, viene dalla certezza che Gesù è risorto; dalla consolante consapevolezza che nella risurrezione troviamo il sigillo di Dio sulla parola e sulla Buona Novella del Maestro; dalla fede - ogni giorno rinnovata dallo Spirito - che Lui è la vita, Lui è la verità, e Lui è la via.

E neppure possiamo accontentarci di comunicare questa gioia solo a quelli che ci sono cari o ci sono vicini. Dobbiamo allargare sempre lo sguardo agli orizzonti di Gesù, che chiede di andare ed annunciare la Buona Novella a tutti i popoli.

4. Nel ripensare la nostra testimonianza di Chiesa sull'esempio dei Santi - ed in particolare dei Martiri - è urgente che tutti ci rendiamo conto che il primo soggetto di evangelizzazione non siamo noi, ma è lo Spirito Santo che guida la Chiesa. Perciò, dobbiamo renderci docili all'azione dello Spirito.

Perciò, si può ben capire perché il Papa ripete con insistenza l’invito a farci muovere dallo Spirito di Dio; a metterci ogni volta in discussione, con povertà di spirito, dinanzi alle sorprese di Dio, che lo Spirito Santo non cessa di suscitare anche per noi; ad abbandonare il criterio del "si è sempre fatto così" (Evangelii Gaudium, 33); ad essere semplici nella nostra testimonianza e nel nostro annuncio; a farci audaci e creativi nel ripensare le strutture, lo stile e i metodi dell'evangelizzazione.

**********

Miei cari fratelli e sorelle, affido le speranze e i progetti della Chiesa di Dio che è in Hvar alla materna protezione di Maria; e a quella di San Prospero, che - con il suo esempio - invita a seguirlo per le vie del mondo, con zelante e perseverante impegno di testimonianza.

Siano loro ad ottenere per il vostro degno Pastore, il Vescovo Štambuk, e per tutto il polo di Dio di questa bella Diocesi, abbondanza di benedizioni e di grazie; e specialmente, tanta luce e tanta forza per accogliere ed attuare le direttive del Santo Padre Francesco per una nuova fase di testimonianza evangelizzatrice della Chiesa. Amen! 


Nessun commento:

Posta un commento