lunedì 28 agosto 2017

Foto d’autore per la celebrazione del Nunzio nella Rotonda di Mosta


La celebrazione è quella del 15 Agosto scorso, dell’inizio della Missione di S.E. Alessandro D’errico a Malta e Libia. Qualche momento della Santa Messa dell’Assunta celebrata dal Nunzio Apostolico è rientrato tra gli scatti dei fotografi che si sono riversati per l’arcipelago maltese a ritrarre raduni e pellegrinaggi del 15 agosto vissuto nel gusto estetico e nella letizia religiosa, e nel ricordo celebrativo del 75° dell’operazione militare navale alleata che portò liberazione e derrate ai maltesi.
Sul suo portale la testata Times of Malta, il giorno dopo, racconta la fantasmagoria della giornata e i suoi eventi, inserendo tra i più significativi quello della Santa Messa nella Rotonda di Mosta evidenziandolo con una foto a tutto campo sul portale.

Leggiamo nella traduzione dall’inglese un brano dell’articolo postato.

La festa celebra la salita al cielo della Vergine Maria, ma la festa popolare segna anche il picco della stagione estiva delle celebrazioni del villaggio religioso.
Spettacoli di fuochi d'artificio abbaglianti, processioni, marcia a banda e altre delizie festive presenti in tutto l'arcipelago.
Una messa pontificia si è tenuta nella parrocchia Rotunda di Mosta ed è stata celebrata dal nuovo Nunzio Apostolico, Alessandro D'Errico, su invito dell'arcivescovo Carlo Scicluna.
I motociclisti hanno tenuto un pellegrinaggio di beneficenza organizzato dalle parrocchie di Dingli e Mġarr per il secondo anno consecutivo. Il pellegrinaggio partito da Id-Dar tal-Providenza, Siġġiewi, verso Dingli e si conclude a Mġarr.
Oltre ad essere la festa dell'Assunzione di Nostra Signora, ieri ha segnato una giornata importante nella storia di Malta.
Il 15 agosto è stato il 75° anniversario dell'operazione Piedistallo, il convoglio delle navi alleate che arrivarono nel Gran Porto di Malta il 15 agosto 1942, con cibo e forniture estremamente necessari. All'epoca, l'isola bombardata era sull'orlo della fame e si era avvicinata alla resa alle  forze dell'Asse.

L'articolo su timesofmalta.com

giovedì 17 agosto 2017

Discorso di inizio missione nella Solennità dell’Assunta a Malta

Il Portale dell’Arcidiocesi di Malta ha pubblicato un ampio commento ed il video intero di circa due ore relativo alla solenne celebrazione eucaristica della Solennità di Maria Assunta in Cielo, presieduta il 15 agosto 2017 dall’Arcivescovo Alessandro D’Errico nella suggestiva chiesa parrocchiale di Mosta.
La celebrazione è stata molto bella e partecipata dal clero e dal popolo di Malta.
Alla conclusione del rito eucaristico l’Arcivescovo D’Errico ha tenuto un intenso discorso in italiano, durato circa mezzora e spesso accompagnato da scroscianti applausi dell’assemblea, intorno alla missione pastorale affidatagli da Papa Francesco in Malta e Libia.


Parlando in inglese ha poi descritto i formalismi istituzionali della nomina e presentato al Presidente della Conferenza Episcopale di Malta le credenziali di Nunzio Apostolico a Malta prodotte dalla Santa Sede.

Leggiamo di seguito le parole del Nunzio trascritte dall’ascolto del video dell’Arcidiocesi.

Eccellenza Reverendissima, Arcivescovo di Malta, miei cari confratelli nel sacerdozio, miei cari fratelli e sorelle. Consentitemi anzitutto di dire un grande grazie al carissimo arcivescovo Charles Scicluna per le amabili, profonde parole di benvenuto che mi ha rivolto, e soprattutto per l’invito che mi ha fatto a presiedere, come primo atto del mio servizio di rappresentante pontificio, questa solenne celebrazione eucaristica durante la solennità dell’Assunzione di Maria, in questa bellissima e storica chiesa parrocchiale. Insieme all’arcivescovo saluto fraternamente il parroco, l’arcprete don Sebastian, i sacerdoti che hanno voluto prendere parte a questa concelebrazione, i religiosi, le religiose, e gli operatori di pastorale. Un particolare saluto sia consentito di rivolgere allo speaker del Parlamento della Repubblica di Malta, il signor Angelo Parrugia; al signor capo dell’opposizione Simon Fusutile; al signor Sindaco di Mosta Kirk Cassite; e atutte le distinte Autorità civili e religiose che sono presenti a questa celebrazione. Come forse avrete saputo sono arrivato a Malta soltanto pochi giorni fa, e un po’ per volta cerco di approfondire la mia conoscenza del contesto culturale, sociale e politico, ove dovrò svolgere la mia missione di rappresentante del Santo Padre Francesco, al quale va, come ha detto l’arcivescovo, il nostro filiale e grato saluto. In questi giorni, sin dal mio arrivo a Malta, parecchi mi hanno chiesto quali sono le mie aspettative e quqle è il mio programma di rappresentante pontificio. Ho cercato di rispondere in termini semplici, e lo stesso vorrei ripetere anche oggi. Il mio programma, le mie aspettative sono di servire il Santo Padre Francesco in queste belle chiese particolari, con gioia e al meglio delle mie possibilità. E tuttavia oggi vorrei anche aggiungere qualche breve osservazione che mi sembra opportuna. Ho incontrato il Santo Padre Francesco qualche settimana fa in udienza privata quando era stata già pubblicata la mia nomina a Malta e in Libia. E’ stato un incontro che ha lasciato il segno nella mia esperienza di vescovo e di sacerdote. Sono rimasto impressionato dalla profonda conoscenza di persone e di situazioni che il Santo Padre ha della Chiesa in Malta e in Libia. Ma sono stato impressionato in particolare dalla grande fiducia con cui egli guarda alle potenzialità di queste chiese particolari. Per me è stata la conferma che per la Santa Sede Malta è una realtà importante. E’ importante per la sua tradizione paolina e apostolica; è importante per la ricchezza delle tradizioni e di fede; è importante per la sua storia di fedeltà alla Sede Apostolica; è importante per il ruolo che tradizionalmente Malta esercita nel Mediterraneo, al quale la comunità internazionale guarda ancora con maggiore interesse durante questi tempi un po’ spinosi e delicati per le gravi questioni umanitarie che si dibattono in queste aeree. Perciò penso che insieme, da una parte gli organismi della Santa Sede e dall’altra parte le Chiese particolari, dobbiamo cercare, come l’Arcivescovo ha menzionato in diverse circostanze, dobbiamo cercare di rendere ancora più operative e ancora più visibili la nostra fedeltà alle direttive pastorali di Papa Francesco, che a me personalmente sembrano di grande attualità anche per la Chiesa di Dio che è in Malta.
Seconda osservazione. Per esperienza personale che ho maturato in più di quarant’anni di servizio per la Santa Sede in giro per il mondo, so bene che per le chiese di grandi tradizioni di fede come è quella di Malta qualche volta si corre anche un rischio sottile, come Papa Francesco più volte ha sottolineato; e cioè il rischio di guardare più al passato anziché al futuro. Il rischio di autocompiacimento per guardare tutta la grande tradizione di fede che abbiamo ereditato dai nostri padri. E perciò la parola, l’insegnamento, la testimonianza di Papa Francesco, mi sembrano molto attuali nell’invitarci ad un atteggiamento un poco diverso. Papa Francesco, ricordate… E’ vero che volete bene a Papa Francesco? Avete stima di Papa Francesco, è vero? Un applauso al Papa.
Papa Francesco ci ricorda spesso che l’essenziale della missione della Chiesa è di essere fedeli all’ultima parola di Gesù: “Andate! Andate nel mondo intero! Annunciate la Buona Novella a tutti i popoli!” Questo significa, dice il Papa, “andare” significa che non possiamo fermarci, non possiamo restare seduti dinanzi alle sfide dell’ora presente. Il programma di Papa Francesco che noi sposiamo volentieri è di una Chiesa che va, una Chiesa che esce; dice lui che esce dalle sacrestie; una Chiesa che va per il mondo; una Chiesa in movimento. Sommatizziamo che cosa intende il Papa quando parla di una “Chiesa in uscita”, di una “Chiesa in movimento”. E’ importante per la mia missione di rappresentante pontificio, è importante per il carissimo arcivescovo Scicluna, come abbiamo ascoltato e sentito già diverse volte durante questa liturgia, è importante per tutti coloro che hanno a cuore il bene di questo popolo e di questa Chiesa. Una chiesa in movimento, una Chiesa in uscita secondo lo spirito della Evangelii Gaudium. E’ in primo luogo una Chiesa che va verso tutti senza discriminazioni, senza differenze, in un atteggiamento di dialogo, dialogo positivo, costruttivo, attento e rispettoso. In secodo luogo è una Chiesa, il Papa lo ripete spesso, che deve amare le “periferie”, deve andare verso le periferie, non solo verso il centro; in primo luogo le “periferie esistenziali”, verso i lontani, verso quelli che sono lontani dalla nostra fede e dalla nostra visione di vita; quelli che non sono mai venuti in chiesa. Qualche volta qualcuno dice che tu vai, caro Nunzio, da quello che è un comunista, da quello che non è mai venuto in chiesa. E Papa Francesco mi fa. “ma bravo, Nunzio, così devi fare! Dobbiamo andare ai lontani, da quelli che non sono mai venuti”.
E poi, aggiunge Papa Francesco, non ci sono solo quelli che non sono mai venuti , ci sono anche, e sono tanti, quelli che venivano e non vengono più. E dobbiamo andare, è la nostra visione, andate non vi fermate, non vi sedete, andate! E’ la parola motto, la parola simbolo del programma di Papa Francesco. E dobbiamo andare anche in un altro contesto molto delicato, anche per la relatà storica, reale, dell’isola di Malta. Ma questo il Papa ce l’ha a cuore. Lui dice: caro Nunzio ho dei progetti particolari ne parleremo quando lei ha già potuto rendersi conto di come è la realtà maltese. Vi prego di accogliere questa parola del Papa con tutta la devozione e lo spirito filiale di cui siete capaci. Dobbiamo continuare la grande tradizione di carità che ha animato il cammino di fede di questa Chiesa, dei vostri padri. Dobbiamo andare anche verso le “periferie materiali”, i poveri, gli ammalati, e lo dobbiamo fare con grande zelo. Ma dobbiamo andare anche verso i migranti, verso i profughi, verso i rifugiati che bussano alle nostre porte. Dobbiamo sentirci messi in discussione. La ricchezza della vostra fede è la Parola che Paolo migrante ha annunciato. E come possiamo chiudere
oggi le porte dinanzi ai tanti “paoli” che bussano alla nostra sensibilità pastorale e cristiana.
Terza e ultima osservazione. Papa Francesco mi diceva: “caro Nunzio, devo dire la verità, a volte mi domando se non è troppo quello che domando”. “Ma, dice, penso che questa è la missione di Pietro oggi, di confermare nella fede i fratelli, di richiamare all’essenziale della vita cristiana, di richiamare la parole di Gesù. E io vi ripeto, dice Papa Francesco, lo dica alla Chiesa in Malta, la parola di Gesù è di andare, con gioia, con fiducia nello Spirito che ama la Chiesa. Dica alla Chiesa in Malta di non imbottigliare lo Spirito Santo, di non mettere lo Spirito Santo dentro una bottiglia! Di lasciare che lo Spirito lavori in profondità, in ascolto delle suggestioni e dei consigli che Egli ci darà”.
Eccellenza, Arcivescovo Charles, dieci anni fa quando ci siamo incontrati per la prima volta in Vaticano, quando lei era Promotore di Giustizia alla Congregazione della Dottrina della Fede, io Nunzio Apostolico in Bosnia ed Erzegovina, non avrei mai pensato che un giorno avrei avuto la gioia di servire la Chiesa di Dio che è in Malta, lo spirito della grande tradizione paolina, avendo come Arcivescovo Vostra Eccellenza.
Il Papa saluta tutti, ma soprattutto incoraggia tutti. Il nostro programma, le nostre aspettative: andiamo con gioia per le vie che lo Spirito ci indica, per le vie che hanno fatto grande questa chiesa.
Mi raccomando alla vostra preghiera e ffido a Maria Assunta in Cielo, segno di consolazione e di sicura speranza, i nostri comuni progetti di servizio. E attravereso la moderna intercessione di Maria domando abbondanza di grazie, abbondanza di consolazione e di gioia, abbondanza di zelo apostolico e di ardore paolino, in tutti e ciascuno di voi nella Chiesa di Dio che è in Malta e in Libia.
Thank you very much.





L'arrivo a Malta e la prima intervista

Il 4 agosto 2017 S.E. l'Arcivescovo Alessandro D'Errico, Nunzio Apostolico a Malta e Libia è giunto con un aereo di linea italiano all'aeroporto di Malta ed stato cordialmente accolto dai Vescovi e da alcuni rappresentati della Chiesa maltese.
Sul portale dell'Arcidiocesi di Malta è stato postato un ampio commento che ha presentato il curriculum vitae di Mons. D'Errico insieme con una galleria fotografica che lo ritrae dall'arrivo in aeroporto all'incontro con i vescovi e prelati maltesi.
Il comunicato ufficiale dell'Arcidiocesi è stato pure rilanciato da alcuni media dell'isola, fra questi timesofmalta.com.
Sulla pagina social di mons. D'Errico sono stati anche postati commenti, foto e video, di amici e portali che sottolineano i primi momenti della presenza del Nunzio a Malta.
Di particolare rilievo è il video dell'intervista rilasciata dal Nunzio Apostolico al suo arrivo a Malta. Le parole del Nunzio ci rimandano la prospettiva pastorale del suo impegno a Malta e Libia, che intende sviluppare con tutto l'amore e con tutta l'attenzione di cui è capace, nello spirito dell'Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco.
Di seguito proponiamo i collegamenti ai video dell'arrivo in aeroporto a Malta e della intervista;
presentiamo poi il comunicato dell'Arcidiocesi tradotto dall'inglese e la trascrizione dell'intervista dall'ascolto diretto delle parole del Nunzio pronunziate da lui in italiano.



Il comunicato dell'Arcidiocesi di Malta

Il Nuovo nunzio apostolico arriva a Malta

Il Nunzio promuoverà i legami tra governo e Santa Sede

Il nuovo nunzio apostolico per Malta, monsignor Alessandro D'Errico, arcivescovo titolare di Carini e attualmente nunzio apostolico in Croazia, è arrivato a Malta.
E’ stato accolto in aeroporto dall'arcivescovo Charles Scicluna e da altri.
Mgr D'Errico è nato a Frattamaggiore a Napoli, nel 1950. Fu ordinato sacerdote nel 1974 e fu incardinato nella diocesi di Aversa.
Ha studiato presso l'Accademia Pontificia Ecclesiastica di Roma e si è unito al Servizio Diplomatico della Santa Sede nel 1977. Ha poi servito nella Nunziatura Apostolica in Thailandia, Brasile e Grecia. Ha servito all'interno della Prefettura della Famiglia Papale e successivamente ha servito nelle rappresentanze pontificie in Italia e in Polonia.
Come Nunzio Apostolico a Malta, l'Arcivescovo D'Errico rappresenterà il Santo Padre e la Santa Sede sia per quanto riguarda la Chiesa cattolica a Malta e Gozo, sia presso le autorità civili. Sarà anche il decano del Corpo Diplomatico accreditato nella Repubblica di Malta.
È dovere del Rappresentante Pontificio facilitare le relazioni tra il governo di Malta e la Santa Sede.

La trascrizione dell'intervista

Intervistatore: Eccellenza, le sue aspettative di questa missione pastorale qui a Malta l’isola di San Paolo ?


Il Nunzio: Ma devo dire anche che innanzitutto sono molto grato al Santo Padre Francesco per aver pensato a me per questa missione che è la quarta come rappresentante pontificio. Malta è da sempre una realtà importante per la Santa Sede, intanto per la sua tradizione apostolica paolina, di terra di san Paolo, per la sua storia, per la sua cultura cristiana; e anche per il ruolo che esercita tradizionalmente nel Mediterraneo, e che risulta particolarmente attuale nelle circostanze concrete dello scenario internazionale contemporaneo. Ma c’è di più, direi. Ho incontrato il Santo Padre qualche settimana fa, appunto, dopo la mia nomina a Malta, e mi son reso conto che anche questa mia missione si inserisce nella prospettiva specifica del Santo Padre di una Chiesa che va, che incontra, soprattutto verso le periferie, non soltanto materiali, ma anche quelle esistenziali. Qui a Malta, ovviamente si fa un gran parlare per il ruolo di sentinella, un po’, del Mediterraneo che Malta tradizionalmente ha esercitato, e durante questi anni che sono stati focalizzati durante i mesi del semestre di Presidenza dell’Unione Europea. Sono venute tante autorità, si è parlato tanto di Mediterraneo, e il santo Padre ha voluto, anche in questa maniera, rispondere alle attese che da più parti vengono per ciò che la Chiesa è chiamata a svolgere, il suo ruolo di vicinanza alle questioni umanitarie, in special modo, suppongo, soprattutto per le questioni umanitarie, insieme alle forze vive della Chiesa di Malta, insieme all’arcivescovo Scicluna , che conosco molto bene perché ho avuto modo di lavorare con lui quando era a Roma, e insieme al vescovo di Gozo, e insieme ai confratelli che sono in Libia. Cercheremo di…, il Santo Padre dice vogliamo rendere operativa una presenza di Chiesa nel senso della Evangelii Gaudium. E credo che questo è la grande sfida, il grande compito che ci attende; e che da parte mia cercherò di svolgere con tutto l’amore e con tutta l’attenzione di cui sono capace. 

mercoledì 16 agosto 2017

Alcuni segni del compimento della missione in Croazia

Del dialogo aperto interreligioso ed ecumenico, e della comunicazione sociale del messaggio ecclesiale proprio della missione del Nunzio Apostolico, Mons D’Errico ha fatto sempre un largo e magistrale uso. Lasciando esempi e stimolazioni efficaci e duraturi per la vita culturale e religiosa della(e) Nazione(i) presso cui ha svolto il servizio diplomatico in rappresentanza del Papa e della Santa Sede.
Lasciando la Croazia per recarsi al centro del Mediterraneo su incarico di Papa Francesco per svolgere il nuovo ruolo di Nunzio Apostolico a Malta e in Libia, l’arcivescovo D’Errico ha ricevuto alcuni segni di riconoscimento e di gratitutudine per l’opera svolta sia dalle Istituzioni nazionali ufficiali e sia da significative rappresentanze della cultura e della vita sociale.
Sul blog, nei post che hanno commentato le ultime fasi del suo lavoro in Croazia, già abbiamo fatto cenno dei alcuni di questi riconoscimenti, come quelli della Presidenza della Repubblica di Croazia, dell’Amministrazione Comunale della Capitale Zagabria e dei media croati.
Registriamo ancora altre due iniziative che hanno voluto riconoscere all’impegno del Nunzio un valore importante e carico di significati anche storici. Si tratta della pubblicazione di due volumi che il mondo giornalistico ha voluto pubblicare per descrivere il ruolo e la figura del Nunzio D’Errico negli anni di Zagabria; e si tratta del prestigioso riconoscimento del titolo di Commendatore ricevuto dalla Presidenza della Repubblica Italiana per tramite dell’Ambasciatore d’Italia a Zagabria.
Accanto a questi riconoscimenti pubblici si possono annoverare moltissimi altri affidati alle parole di stima e di gratitudine di molte persone che hanno seguito l’opera di Mons. D’Errico. A questo proposito citeremo un paio di interventi che sono stati postati sulla pagina social del Nunzio da alcuni suoi amici.

I Volumi: “Mons. D’Errico amico della Croazia” e “Il timpro dell’editore”.
Per la loro presentazione ci affidiamo direttamente alle parole pronunciate dal Nunzio durante il ricevimento alla Nunziatura del 28 Giugno 2017.

Ho pensato pure ad un piccolo ricordo da offrire a voi, al termine della mia missione. E così, grazie alla generosità degli amici di Vecernji List e di Styria, all'uscita vi saranno consegnati due volumi, recentemente pubblicati.
Il primo è una monografia che il giornale ha voluto realizzare circa il mio servizio in Croazia. Ho accettato volentieri questa iniziativa, nella quale ho visto soprattutto l'intenzione di presentare al largo pubblico - e in qualche modo di lasciare ad perpetuam rei memoriam - qualcosa di scritto circa il modesto contributo che anch'io, per grazia di Dio, mi sono trovato a dare in questi anni, per lo sviluppo delle relazioni tra la Santa Sede e la Croazia, nel campo delle relazioni ecumeniche e del dialogo interreligioso, e per il processo di crescita di queste belle Chiese particolari, secondo le direttive di Papa Benedetto XVI prima e del Santo Padre Francesco poi.
Il secondo è una raccolta degli articoli più importanti che il Sig. Jozo Pavkovic, Redattore capo di Vecernji List BiH, ha scritto in questi anni circa la difficile situazione delpolopo vcroato in BiH, soprattutto per mia insistenza, perché - come sapete - la Bosnia-Erzegovina è stata al centro delle mie occupazioni e preoccupazioni in questi ultimi 11 anni. È veramente un bel volume, per il quale ho pure avuto l'onore di scrivere l'introduzione. Lo raccomanderei alla vostra lettura, se non altro per avere un'idea più chiara delle complesse questioni che ancora si dibattono in Bosnia ed Erzegovina.

Il titolo di Commendatore.
Per questo riconoscimente ricevuto il 5 luglio 2017 presso l’Ambasciata d’Italia a Zagabria riportaiamo le parole dell’on. Furio Radin.

Cerimonia molto particolare, quella di stamani nella residenza dell'Ambasciatore d'Italia a Zagabria, Adriano Chiodi Cianfarani, per insignire dell'onorificenza di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica italiana il Nunzio Apostolico in Croazia, arcivescovo Alessandro d'Errico. La particolarità risiede nelle personalità invitate: ambasciatori di Paesi importanti (Stati Uniti, Francia, Spagna, ed altri), parlamentari, manager, una ventina di persone in tutto, rigorosamente italofoni. Anche la storia di questa commenda è interessante: la pratica, iniziata 25 anni fa, quando d'Errico ha lasciato la sua missione in Italia per partire improvvisamente per la Polonia, per una serie di situazioni fortuite non è riuscita a chiudersi nel corso degli spostamenti del diplomatico vaticano nel mondo (Thailandia, Pakistan e Afganistan, Bosnia ed Erzegovina), per realizzarsi soltanto ora, a Zagabria. 


D'Errico ha ringraziato di cuore il Presidente della Repubblica Mattarella, l'ambasciatore Chiodi Cianfarani e la consigliera diplomatica del Presidente, Emanuela D'Alessandro, per l'alta onorificenza. Ha sottolineato di apprezzarla moltissimo, perchè la sua missione è di rappresentare la Santa Sede, ma la sua identità è fortemente Italiana. Alessandro d'Errico, che parte tra poche ore per Malta e la Libia, non ha mancato di chiedermi ancora volta come sta la nostra comunità. Abbastanza bene, gli ho risposto salutandolo affettuosamente, anche tenendo conto del fatto che, dove sta andando lui, i problemi sono sicuramente molto più complessi.

Di seguito incolliamo gli interventi di Jasminka Peric e di Matej Jurisic postati sulla pagina FB del Nunzio.