mercoledì 16 agosto 2017

Alcuni segni del compimento della missione in Croazia

Del dialogo aperto interreligioso ed ecumenico, e della comunicazione sociale del messaggio ecclesiale proprio della missione del Nunzio Apostolico, Mons D’Errico ha fatto sempre un largo e magistrale uso. Lasciando esempi e stimolazioni efficaci e duraturi per la vita culturale e religiosa della(e) Nazione(i) presso cui ha svolto il servizio diplomatico in rappresentanza del Papa e della Santa Sede.
Lasciando la Croazia per recarsi al centro del Mediterraneo su incarico di Papa Francesco per svolgere il nuovo ruolo di Nunzio Apostolico a Malta e in Libia, l’arcivescovo D’Errico ha ricevuto alcuni segni di riconoscimento e di gratitutudine per l’opera svolta sia dalle Istituzioni nazionali ufficiali e sia da significative rappresentanze della cultura e della vita sociale.
Sul blog, nei post che hanno commentato le ultime fasi del suo lavoro in Croazia, già abbiamo fatto cenno dei alcuni di questi riconoscimenti, come quelli della Presidenza della Repubblica di Croazia, dell’Amministrazione Comunale della Capitale Zagabria e dei media croati.
Registriamo ancora altre due iniziative che hanno voluto riconoscere all’impegno del Nunzio un valore importante e carico di significati anche storici. Si tratta della pubblicazione di due volumi che il mondo giornalistico ha voluto pubblicare per descrivere il ruolo e la figura del Nunzio D’Errico negli anni di Zagabria; e si tratta del prestigioso riconoscimento del titolo di Commendatore ricevuto dalla Presidenza della Repubblica Italiana per tramite dell’Ambasciatore d’Italia a Zagabria.
Accanto a questi riconoscimenti pubblici si possono annoverare moltissimi altri affidati alle parole di stima e di gratitudine di molte persone che hanno seguito l’opera di Mons. D’Errico. A questo proposito citeremo un paio di interventi che sono stati postati sulla pagina social del Nunzio da alcuni suoi amici.

I Volumi: “Mons. D’Errico amico della Croazia” e “Il timpro dell’editore”.
Per la loro presentazione ci affidiamo direttamente alle parole pronunciate dal Nunzio durante il ricevimento alla Nunziatura del 28 Giugno 2017.

Ho pensato pure ad un piccolo ricordo da offrire a voi, al termine della mia missione. E così, grazie alla generosità degli amici di Vecernji List e di Styria, all'uscita vi saranno consegnati due volumi, recentemente pubblicati.
Il primo è una monografia che il giornale ha voluto realizzare circa il mio servizio in Croazia. Ho accettato volentieri questa iniziativa, nella quale ho visto soprattutto l'intenzione di presentare al largo pubblico - e in qualche modo di lasciare ad perpetuam rei memoriam - qualcosa di scritto circa il modesto contributo che anch'io, per grazia di Dio, mi sono trovato a dare in questi anni, per lo sviluppo delle relazioni tra la Santa Sede e la Croazia, nel campo delle relazioni ecumeniche e del dialogo interreligioso, e per il processo di crescita di queste belle Chiese particolari, secondo le direttive di Papa Benedetto XVI prima e del Santo Padre Francesco poi.
Il secondo è una raccolta degli articoli più importanti che il Sig. Jozo Pavkovic, Redattore capo di Vecernji List BiH, ha scritto in questi anni circa la difficile situazione delpolopo vcroato in BiH, soprattutto per mia insistenza, perché - come sapete - la Bosnia-Erzegovina è stata al centro delle mie occupazioni e preoccupazioni in questi ultimi 11 anni. È veramente un bel volume, per il quale ho pure avuto l'onore di scrivere l'introduzione. Lo raccomanderei alla vostra lettura, se non altro per avere un'idea più chiara delle complesse questioni che ancora si dibattono in Bosnia ed Erzegovina.

Il titolo di Commendatore.
Per questo riconoscimente ricevuto il 5 luglio 2017 presso l’Ambasciata d’Italia a Zagabria riportaiamo le parole dell’on. Furio Radin.

Cerimonia molto particolare, quella di stamani nella residenza dell'Ambasciatore d'Italia a Zagabria, Adriano Chiodi Cianfarani, per insignire dell'onorificenza di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica italiana il Nunzio Apostolico in Croazia, arcivescovo Alessandro d'Errico. La particolarità risiede nelle personalità invitate: ambasciatori di Paesi importanti (Stati Uniti, Francia, Spagna, ed altri), parlamentari, manager, una ventina di persone in tutto, rigorosamente italofoni. Anche la storia di questa commenda è interessante: la pratica, iniziata 25 anni fa, quando d'Errico ha lasciato la sua missione in Italia per partire improvvisamente per la Polonia, per una serie di situazioni fortuite non è riuscita a chiudersi nel corso degli spostamenti del diplomatico vaticano nel mondo (Thailandia, Pakistan e Afganistan, Bosnia ed Erzegovina), per realizzarsi soltanto ora, a Zagabria. 


D'Errico ha ringraziato di cuore il Presidente della Repubblica Mattarella, l'ambasciatore Chiodi Cianfarani e la consigliera diplomatica del Presidente, Emanuela D'Alessandro, per l'alta onorificenza. Ha sottolineato di apprezzarla moltissimo, perchè la sua missione è di rappresentare la Santa Sede, ma la sua identità è fortemente Italiana. Alessandro d'Errico, che parte tra poche ore per Malta e la Libia, non ha mancato di chiedermi ancora volta come sta la nostra comunità. Abbastanza bene, gli ho risposto salutandolo affettuosamente, anche tenendo conto del fatto che, dove sta andando lui, i problemi sono sicuramente molto più complessi.

Di seguito incolliamo gli interventi di Jasminka Peric e di Matej Jurisic postati sulla pagina FB del Nunzio.



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